CARTA DEI VALORI DEL VOLONTARIATO
Un punto di arrivo, per una nuova partenza. L’oggi del volontariato è reso possibile grazie a quel ricco passato e a quelle radici religiose, ideologiche, culturali da cui proviene e da cui attinge forza e provocazioni per ri-progettare il futuro. Ma ri-progettare presuppone ri-pensare: la spinta ideale, i modi attraverso i quali essa si è venuta realizzando, il rapporto con una comunità locale, nazionale, mondiale in continua trasformazione, le condizioni per una sempre più significativa presenza negli scenari futuri. Occorre che ogni volontario e ogni organizzazione abbiano chiari gli elementi fondanti del proprio "essere", per svolgere quella che Luciano Tavazza definiva la duplice missione: "di promotore della cultura e della prassi della solidarietà e di agente del mutamento sociale" e che si specifica principalmente in due ruoli: la dimensione attiva, attraverso la gratuita presenza nel quotidiano; la dimensione politica, quale soggetto sociale che partecipa alla rimozione degli ostacoli che generano svantaggio, esclusione, degrado e perdita di coesione sociale. La Carta dei valori intende fotografare, nei suoi aspetti essenziali, questo momento del volontariato ed è il risultato di un esercizio di autentica scrittura collettiva. L’iniziale traccia (proposta da FIVOL e Gruppo Abele) è stata portata a conoscenza del mondo del volontariato ed è stata corretta, integrata, discussa e, alla fine, migliorata grazie all’apporto di numerosissime organizzazioni, di singoli volontari, di studiosi. Un metodo di lavoro che ha fatto emergere il connotato chiave dell’essere e del fare volontariato: camminare insieme su un piano di impegno civico e di cittadinanza solidale.